Una coperta, elettricità e soprattutto un tetto. La Croce Rossa di Castelvetrano con il supporto dei Comitati Cri di Alcamo, Trapani e Marsala ha allestito un campo per accogliere i tantissimi lavoratori stagionali che ogni anno raggiungono Campobello di Mazara (Trapani) per la raccolta delle olive. Grazie ai moduli abitativi donati dall’Unhcr, già oltre 70 persone hanno trovato ospitalità. “Siamo pronti con i nostri Volontari per montare altre casette – spiega Giuseppe Cardinale Presidente del Comitato della Croce Rossa di Castelvetrano – e offrire un tetto, elettricità e un posto caldo e dignitoso a queste persone”.
Il campo in cui i volontari CRI forniscono sostegno e accoglienza ai lavoratori, la maggior parte provenienti dal Senegal e Ghana, sorge a pochi passi da insediamenti informali. “Questi ragazzi vengono qui – aggiunge Giuseppe Cardinale – con la speranza di poter trovare alloggio dignitoso anche presso le stesse aziende agricole. Si ritrovano, invece, costretti a costruire dei giacigli di fortuna con tende, materiale riciclato e teloni di plastica. Tutto pur di avere un letto e un riparo. L’obiettivo della Croce Rossa è quello di offrire quindi un tetto, una sistemazione dignitosa e confortevole a queste persone”.
“Già negli anni scorsi a Campobello di Mazara – aggiunge Luigi Corsaro Presidente della Cri Sicilia – avevamo allestito dei campi destinati all’accoglienza dei lavoratori stagionali stranieri. L’arrivo del Covid ha segnato un brusco stop ma quest’anno il lavoro sinergico svolto insieme alla Prefettura di Trapani, ai Comuni di Campobello di Mazara e Castelvetrano e all’assessorato regionale alla Famiglia e alle Politiche sociali, con il quale abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa, ci ha permesso di dare ancora una volta una risposta di umanità. Una collaborazione istituzionale che punta a offrire a questi lavoratori un ricovero sicuro, condizioni di vita dignitosa e a scongiurare altre tragedie”.
Un’esigenza tanto più urgente dopo l’incendio che a fine settembre ha devastato il campo informale in un cementificio abbandonato a pochi passi dal campo della CRI che è costato la vita a un giovane lavoratore.
“Nella casetta si sta bene mentre nella tenda è difficile, soprattutto quando fa freddo e piove. Ora meno male la vita è un po’ cambiata”. Talla, 41 anni senegalese, è uno dei primi ospiti del campo che rimarrà aperto per tutto il periodo di raccolta.