Campi estivi CRI: Sane esperienza di vita e condivisione
La volontaria CRI Angela Meli racconta la splendida esperienza vissuta dai suoi figli
“Sono Angela, volontaria di Croce Rossa da circa 6 anni e mamma di due ragazzi, Francesco 11 anni e Giancarlo 16 appena compiuti…”
Comincia così l’intervista ad Angela Meli, nostra collega del comitato della CRI di Palermo. Gli occhi limpidi, la voce emozionata e mista ad una sorta di fierezza e un profondo sentimento di orgoglio.
“La prima esperienza nasce con Francesco, il più piccolo. Leggo attraverso le pagine social ufficiali della Croce Rossa, comitato Sicilia e altro, e vedo la locandina del campo che si sarebbe svolto da lì a breve a Milazzo, Isole Eolie, e intitolato “Anch’io sono della Protezione Civile”. Avrebbe accolto bambini e ragazzi, dai 10 ai 16 anni.”
Immersa nei suoi pensieri, come se stesse rivivendo quello stesso preciso istante, Angela continua: “Ho pensato subito di mandare al campo estivo Francesco, il piccolo che ha 11 anni. Lui è un bambino particolare, molto partecipe della vita di Croce Rossa. E’ preso dal volontariato e dalle attività svolte dalla CRI che vive attraverso noi, i nostri occhi, i nostri commenti, in quanto io e suo padre siamo entrambi volontari da tempo. In famiglia abbiamo sempre condiviso le nostre emozioni. Sin da piccolino, Francesco è stato abituato alla condivisione, ad esserci per gli altri. A lui piace cucinare. Invece di fare merende con i compagnetti, preparavamo delle torte e le portavamo in qualche casa famiglia a condividerle con altri bambini”.
Non appena ha visto la locandina, Angela ha subito pensato di coinvolgere Francesco e la sua scuola in questa esperienza sperimentando così un nuovo modo di vivere Croce Rossa.
“Ero serena e molto fiduciosa di affidare mio figlio, il mio bene più prezioso, ad altri. Sarebbe stata la sua prima esperienza da vivere lontano dalla famiglia. Lui frequenta la prima media della scuola “Alberigo Gentile” di Palermo. Ho condiviso questa mia volontà con la sua classe e alcuni genitori hanno accolto bene questa proposta. All’inizio avevano qualche titubanza, tuttavia, da volontaria ho cercato di rassicurarli il più possibile. Della scuola di Francesco hanno partecipato tre bambine”.
Angela si commuove quando ricorda il momento in cui dopo aver accompagnato suo figlio, lo ha lasciato lì nel campo, nelle mani dei suoi stessi colleghi di Croce Rossa che non sapevano nemmeno che lei fosse una volontaria come loro. Angela desiderava che Francesco non avesse una corsia preferenziale, che non fosse assistito diversamente dagli altri. Doveva vivere quest’esperienza senza il fratello maggiore, senza la famiglia e soprattutto senza privilegi.
“Ho lasciato mio figlio tranquillo. Non ho avuto alcun dubbio sul distacco, sul lasciarlo. Quello era un momento particolare della sua vita e lo doveva vivere in pieno. Anch’io desideravo viverlo da mamma e non da volontaria”.
Le parole di Francesco: “Quando mamma mi ha parlato di questo campo, ero contentissimo e ho accettato subito di fare quest’esperienza anche perché per una volta abbandonavo la mia famiglia”.
Il sorriso di Francesco mentre pronunciava questa frase la dice lunga. L’occhio malizioso misto all’innocenza dei suoi anni. Il timbro della voce è quello di un piccolo uomo che si vede già grande, capace, che sfida il mondo, che ha tanta voglia di imparare, di conooscere, di scoprire e provare emozioni e momenti, alle volte anche estremi.
“Ero molto contento e felice di mettere alla prova le mie forze. Ero tranquillo, con me c’erano comunque quattro amici, quindi non ero solo. C’erano altri ragazzi che venivano da Roma e da altre città siciliane. Per me, è stata un’esperienza bellissima. Abbiamo svolto delle attività di protezione civile”.
Nel suo racconto e con gli occhi felici, Francesco ricorda quei momenti: “Ci hanno spiegato che cos’è la protezione civile e ogni membro è venuto da noi per spiegarci qual era il suo compito.
L’esperienza più toccante e’ stata quella del soccorso alpino dove abbiamo vissuto una catastrofe simulata: Palazzo in macerie, radioline in mano, sala operativa, un ragazzo con una gamba rotta. Mi è piaciuto tantissimo, abbiamo simulato il soccorso ed è stato molto eccitante. Abbiamo pulito anche i gabinetti, lavato stoviglie, cucinato, apparecchiato… Esperienza bellissima e vorrei rifarla in futuro”.
Aggiunge Angela: “Quando sono tornata a riprendere Francesco, l’ho trovato diverso, al massimo delle sue emozioni. L’esperienza è stata molto positiva. Tutto si svolgeva in tenda. Hanno vissuto e dormito all’aperto. Non ha perso nulla di tutte le attività ricorrendo a tutte le sue risorse per imparare e apprendere. I ragazzi sono stati affiancati anche dall’Associazione Misericordia e dalla Guardia Costiera, hanno fatto tantissime attività. L’ultimo giorno che è stato di domenica, è stato organizzato un momento conviviale e di condivisione con tutte le famiglie.
Abbiamo sentito i racconti dei ragazzi e abbiamo condiviso le nostre esperienze”.
Durante i saluti, oltre alle lacrime dei ragazzi, i baci e gli abbracci, Angela è rimasta colpita dalla frase di un genitore che l’ha guardata negli occhi e le ha detto: “Complimenti per tutto quello che fate, siete la parte sana del nostro Paese!”
Con orgoglio e una vibrante emozione Angela mi fissa negli occhi e dice: “In questi momenti realizzi che parole forti come queste sono quelle che ti spingono a fare di più e ad andare sempre avanti”.
Dopo poco tempo dal rientro a casa di Francesco, Angela si accorge della promozione di un altro campo estivo CRI a Mascalucia, dove la fascia di età dei ragazzi sarebbe stata più alta, dai 14 ai 16 anni. Così ha pensato di far vivere quest’esperienza al figlio maggiore Giancarlo, pur consapevole del modo diverso in cui il ragazzo partecipa alle attività di Croce Rossa.
Con stupore, Angela racconta: “Quando sono tornata a prendere mio figlio, ho trovato un’altra persona. Ha vissuto quest’esperienza in maniera profonda, ho notato un cambiamento radicale.
L’ho trovato emotivamente cambiato. Ha sofferto il distacco dai nuovi amici ed è stata per lui sicuramente una grande e sana esperienza di vita”.
I ragazzi dell’età di Giancarlo sono particolari. Vivono il mondo con i loro occhi, con la loro testa, con le loro emozioni che li portano ovunque, come le onde scatenate di un mare che li sbatte da una riva all’altra fino a sfiancarli. Inoltre, la nostra società non perdona, non ha pietà.
A volte, si ha la sensazione che la società sia fatta da branchi, diversi da te che sei cresciuto con principi sani e valori veri, come quelli che trasmette Croce Rossa. Con i tuoi occhi, vedi il marcio, il malato, l’insano e non puoi fare nulla, altrimenti vieni emarginato, messo al bando, ti fanno sentire come un pesce fuori d’acqua a meno che non sia tu ad adeguarti.
Quando capita, ecco che vivi emozioni forti e contraddittorie che ti portano a riflettere e a interrogarti su cosa sia giusto o sbagliato. Nessuno può dare delle risposte. Quelle si scoprono sulla propria pelle attraverso esperienze, piccole o grandi che siano.
Il compito dei genitori è quello di educare. Anche la scuola può fare tanto. Per questo, l’augurio di Angela e dei suoi figli è quello di fare entrare la scuola dentro Croce Rossa. Per spiegare al mondo intero che la Croce Rossa non è solo un emblema ed un’ambulanza. E’ molto, ma molto di più! Bisogna pensare a coinvolgere la CRI nei programmi di alternanza scuola – lavoro. Condividere le attività con i compagni di scuola e con tutto il contesto scolastico è importante per vivere Croce Rossa con coscienza e conoscenza.
di Houda Sboui, volontaria della CRI di Palermo
Croce Rossa Italiana – Comitato Regionale della Sicilia
Staff Regionale Obiettivo 6 – “Sviluppo, comunicazione e promozione del volontariato”
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