150 anni, incontro al Quirinale; Napolitano: “Croce Rossa Italiana architrave della solidarietà e dell’impegno civile”
- Il Presidente della Repubblica stringe la mano a Roberta Fusacchia e a Rosario Valastro
In occasione del 150° anniversario dalla fondazione della Croce Rossa Italiana il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha incontrato oggi al Palazzo del Quirinale una delegazione di volontari e operatori dell’Associazione, insieme al Presidente Nazionale della CRI Francesco Rocca.
Erano presenti inoltre il Direttore Generale della CRI Patrizia Ravaioli, il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il Sottosegretario di Stato alla Difesa, Domenico Rossi, autorità civili, militari ed esponenti del mondo del volontariato.
Nel salone delle Feste la cerimonia è stata aperta dall’intervento di Francesco Rocca, al quale sono seguite le testimonianze di Rosario Valastro, Presidente del Comitato Regionale CRI Sicilia, di Roberta Fusacchia, volontaria della Croce Rossa Italiana, Ignazio Schintu, Comandante del Primo Centro di Mobilitazione del Corpo Militare CRI di Torino.
Nel corso della cerimonia il Presidente Nazionale CRI Francesco Rocca ha consegnato al Capo dello Stato la Gran Croce al Merito della Croce Rossa Italiana “In segno di viva riconoscenza – recita la motivazione – per gli ideali sempre professati in sintonia con i Principi Fondamentali cui si ispira la Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa e per l’alto magistero morale in favore delle persone più deboli e in difficoltà. Il presente riconoscimento vuole essere segno della gratitudine della Croce Rossa Italiana per il suo prezioso operato”.
“Ringrazio il Presidente della Croce Rossa Italiana Francesco Rocca – ha detto il Presidente della Repubblica – che oggi ci ha rappresentato in modo concreto le attività della Croce Rossa Italiana. Le motivazioni di questa onorificenza mi onorano. La Croce Rossa Italiana è l’architrave dell’Italia della solidarietà e dell’impegno civile. Quelli della Croce Rossa sono gli stessi valori della nostra Costituzione Repubblicana. A tutti i soci e i volontari della Croce Rossa Italiana esprimo la gratitudine delle istituzioni repubblicane. Auguri per il vostro lavoro”.
“E’ un onore e un’emozione particolare – ha detto Francesco Rocca – essere qui oggi a rappresentare la Croce Rossa Italiana in questo importante anniversario: 150 anni di azione umanitaria, 150 anni di storia del nostro Paese, 150 anni in cui la Croce Rossa è sempre stato al fianco della nostra Comunità nazionale, anche e soprattutto nei momenti più bui e più difficili della nostra storia. Prima di tutto, però, voglio iniziare questo discorso con un ringraziamento a Lei e all’Istituzione che rappresenta. Un grazie per averci ospitato qui al Quirinale in questo anno per noi così importante, per celebrare insieme questo momento. E un grazie perché la Presidenza della Repubblica non ha fatto mai mancare il suo fondamentale supporto per la vita della nostra Associazione”.
“Come Presidente Nazionale della Croce Rossa – ha proseguito Rocca – sento l’emozione e la responsabilità di rappresentare in questo incontro e quotidianamente i nostri 150mila volontari, tutte quelle donne e quegli uomini che 365 giorni all’anno, 24 ore su 24, in ogni angolo d’Italia, donano il proprio tempo per soccorrere chi ha bisogno, per rispondere alle emergenze, per aiutare gli invisibili delle nostre società. Senza dimenticare, signor Presidente, dove siamo nati, sul campo di battaglia di Solferino, e la nostra irrinunciabile tradizione nella disseminazione e nella tutela del Diritto Internazionale Umanitario, nell’ausiliarietà alle Forze armate, nel soccorso ai feriti di guerra. E’ quindi con piacere e onore che oggi voglio anche ricordare le missioni del Corpo delle Infermiere Volontarie e del Corpo Militare al fianco dei nostri soldati, in Afghanistan come sulla nave Cavour”.
“Il 150° anniversario – ha aggiunto Il Presidente della CRI – per noi ha un significato ancora più importate visto che siamo in un momento cruciale della nostra storia, nel pieno del cammino di riforma dell’Associazione, una riforma che ovviamente ha margini di miglioramento, ma che ha finalmente riconsegnato la Croce Rossa nelle mani dei volontari. Uno slancio di rinnovamento partito dalla base che ha rimesso il volontariato al centro dell’Associazione, senza ovviamente dimenticare la fondamentale importanza dei nostri dipendenti. Proprio per questo, voglio ricordare qui oggi quanto sia per noi tutti una priorità la tutela e la salvaguardia dei nostri dipendenti, come quella del nostro personale militare richiamato: senza queste professionalità, la nostra Associazione perderebbe un perno fondamentale del nostro lavoro quotidiano. Eravamo la Croce Rossa esclusivamente dell’ambulanza, dei commissariamenti, della struttura antiquata e burocratica, mentre ora stiamo sempre più incarnando la Croce Rossa proiettata nel futuro, snella, veloce, concreta, capace di rispondere alla nuove sfide umanitarie del Terzo millennio. Una Croce Rossa ovviamente legata alle sue tradizioni, che crede nelle importanza di essere all’interno del sistema 118 come nell’ausiliarietà dello Stato, ma che ha una sguardo sul futuro chiaro, che amplia le attività sociali, che combatte le nuove dipendenze come il fenomeno slot machines, che interviene in quei segmenti di società sempre più ai margini, come nuovi poveri e migranti. Siamo anche usciti da un sistema autoreferenziale e siamo entrati a pieno titolo in un sistema nazionale oggi cresciuto e collaudato che ci ha permesso e ci permette quotidianamente di rispondere alle emergenze e alle catastrofi naturali che purtroppo hanno colpito il nostro Paese. Sto pensando alla grande collaborazione con il Dipartimento di Protezione Civile che sicuramente anche la Croce Rossa ha contribuito a far crescere”.
“Conseguenze umanitarie della crisi economica, flussi migratori, nuove dipendenze, razzismo e xenofobia: tante sono le nuove sfide umanitarie a cui dobbiamo dare risposte chiare e al passo con i tempi. E tanti sono i servizi di assistenza sociale che i nostri volontari hanno messo in campo per dare ascolto e voce ai tanti, troppi nuovi poveri. Anche se la situazione ovviamente non è semplice, è importante ricordare quanto il profilo solidale del popolo italiano sia sempre presente: proprio per questo dobbiamo combattere i populismi che soffiano su paure e angosce, strumentalizzando il dolore e le vulnerabilità e rischiando soprattutto di aprire la strada a un sostanziale conflitto tra poveri. Non vogliamo più vedere migranti che perdono la vita in mare, quando tutti noi sappiamo perfettamente da dove partono e da cosa scappano: c’è bisogno di un piano di accoglienza europeo, dell’istituzione di corridoi umanitari, di accesso sanitario e protezione per i migranti. Solo così potremo combattere i nuovi mercanti di schiavi e soprattutto evitare di vedere il ripetersi di nuove tragedie. Il nostro lavoro quotidiano è a pieno titolo al centro dell’operato del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e proprio quest’anno abbiamo avuto l’onore e il piacere di ospitare per la prima volta la conferenza europea e centro-asiatica della Federazione Internazionale. E’ necessario, soprattutto, smettere di etichettare i migranti come ‘illegali’, nessun uomo è illegale signor Presidente, e garantire che tutti abbiano libero accesso ai diritti umani fondamentali, in particolare il diritto alla protezione, all’assistenza sanitaria, all’istruzione e ai servizi sociali”.
“Non posso non ricordare – ha concluso Rocca – l’abnegazione e il sacrificio dei nostri volontari in tutto il mondo e denunciare anche in questa sede l’importanza della protezione degli operatori umanitarie e dell’accesso incondizionato ai feriti in guerra, ai vulnerabili, a chi ha bisogno. Il mio pensiero va ai 37 volontari della Mezzaluna Rossa Siriana e ai 7 volontari della Mezzaluna Rossa Palestinese uccisi in tre anni di conflitto armato siriano, un conflitto che non ha rispetto neanche dei soccorritori. Il nostro grido di sdegno si deve alzare a livello internazionale perché un mondo dove si spara sui soccorritori è un mondo che non ha più rispetto per niente e nessuno, un mondo dove la parola umanità rischia di scomparire in mezzo a guerre dimenticate e conflitti asimmetrici”.