Lampedusa, 13 giugno 2024 – Sono 94.290 le persone migranti accolte nell’hotspot di Lampedusa dal 1° giugno 2023 al 31 maggio del 2024, di queste il 72,4% uomini, il 9,4% donne e il 18,2% minori. In un anno di attività, sono stati 2.264 gli eventi di sbarco che si sono verificati, la presenza media giornaliera nel periodo in esame è stata di 698 persone, con una permanenza di 2,67 giorni. I Paesi di provenienza (47 in tutto) con una maggiore incidenza sul totale sono: Guinea (13,7%), Tunisia (13,1%), Bangladesh (9,7%), Siria (8,7%) e Costa d’Avorio (8,4%), cinque aree da cui giungono il 53,6% degli arrivi totali.
Sono state complessivamente 1.827 le segnalazioni di vulnerabilità e bisogni specifici di cui: 1.155 segnalazioni di bisogni sanitari, 698 donne in stato di gravidanza, 374 vittime di violenza psicologica, fisica o sessuale, 13 vittime di violenze legate all’orientamento sessuale, 50 vittime di torture, 255 persone con disabilità, 89 affette da gravi malattie o disturbi mentali, 25 potenziali vittime di tratta e 14 vittime di mutilazioni genitali femminili (MGF).
“Il nostro compito non è quello di leggere questi numeri, ma di prenderci cura delle vite che ci sono dietro di essi, quelle di ciascuna donna, di ciascun uomo, di ciascun bambino che ha attraversato il Mediterraneo ed è arrivato sulle coste di Lampedusa carico di speranza, dopo un viaggio che per alcuni, purtroppo, come accaduto recentemente, si è trasformato in morte”, ha detto Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa Italiana. “Un anno fa dissi che avremmo trasformato Lampedusa in un baluardo di Umanità e, grazie all’impegno di Volontarie, Volontari, Operatrici ed Operatori, al supporto delle Autorità, di altre associazioni, della popolazione, grazie ai trasferimenti, credo che questo sia accaduto. Quotidianamente, abbiamo rimarcato l’importanza di tutelare la dignità umana di chiunque, in ogni momento, dimostrandoci capaci di aiutare, accogliere, soccorrere, commuoverci, sorridere. Questo ha fatto la differenza, come da 160 anni in tutto quello che facciamo. Il fenomeno delle migrazioni non può più essere visto come un fatto straordinario ma deve essere invece concepito come parte della nostra storia, del nostro presente, dei nostri giorni, ed affrontato all’insegna del rispetto umano, il rispetto per quanti fuggono da situazioni difficili, conflitti, crisi, carestie, violenze, in cerca di un domani migliore, nel quale non solo la propria vita non sia più in pericolo ma anche il futuro dei bambini possa essere garantito invece che minacciato o, più semplicemente, messo in dubbio”.