Con la guerra in Ucraina, migliaia di sfollati cercano rifugio nei Paesi confinanti. Una fuga senza precedenti che si avvia divenire la più grande crisi di rifugiati verificatasi in Europa nel corso di questo secolo. La Caritas e la Croce Rossa italiana, insieme ad altre associazioni umanitarie, sono in prima linea per accogliere i profughi ucraini arrivati in Italia: stanno allestendo tendopoli e presidi sanitari, in collaborazione con prefetture e comuni.
Anche la popolazione sta cercando di far arrivare i propri aiuti all’Ucraina, ma non sempre la solidarietà viene fatta nel modo giusto. Le raccolte di cibo improvvisate non servono a nulla perché c’è il rischio concreto che i beni non arrivino a destinazione. Quello che occorre veramente sono donazioni in denaro e medicinali. «Al momento i nostri occhi sono quelli della Croce rossa ucraina, ma anche quelli della Croce Rossa polacca, ungherese, bulgara e croata, che operano a supporto degli sfollati. La loro presenza sui territori ci consente di fare interventi mirati, invece che raccolte improvvisate. Eppure sono fiorite ovunque» spiega a Panorama il vice-presidente della Croce rossa italiana Rosario Valastro.
Come vi siete organizzati per gli aiuti umanitari all’Ucraina?
«Proprio oggi sono arrivati in loco quattro camion pieni di materiale da struttura quindi tende e quello che serve per l’allestimento di un campo per poter allocare le persone in una maniera umana. Consideri che siamo ai primi di marzo e in Ucraina fa freddo. Assieme a questi aiuti sono partiti anche beni di prima necessità ma quello che manca sono soprattutto i medicinali che scarseggiano all’interno degli ospedali ucraini. Per questo motivo noi riteniamo i farmaci più importanti del cibo che preferiamo acquistare in loco tramite la Croce Rossa polacca».
Da dove stanno arrivando i farmaci?
«Noi abbiamo regionalizzato la raccolta dei farmaci allertando i comitati di Croce Rossa di tutto il territorio perché i farmaci devono avere delle scadenze ed essere conservati nel modo giusto. In molte città l’Ordine dei farmacisti e le farmacie hanno donato nei momenti di raccolta».
Come arrivano gli aiuti in Ucraina?
«Noi come Croce Rossa italiana raggiungiamo nelle zone di confine i rifugiati mentre all’interno della città c’è la Croce Rossa Ucraina che sta lavorando in modo eroico e con la quale ci sentiamo due volte al giorno per offrire il nostro aiuto. Acquistano in loco i beni di prima necessità per fargli arrivare più velocemente e così in questo modo non si supportano le spese del trasporto di un viaggio che è comunque importante».
Quanti profughi ucraini sono arrivati in Italia?
«Abbiamo superato le centinaia di migliaia e la stima che abbiamo sentito che arriveremo al milione credo sia molto attendibile perché il grosso deve ancora arrivare».
Qual è il vostro appello?
«Noi lanciamo un appello nel quale chiediamo donazioni in denaro, pur consapevoli che la popolazione è guardinga quando si parla di soldi, invece che di beni ma abbiamo una rendicontazione da mostrare su tutto quello che spendiamo e arriva. Purtroppo come le dicevo in questo momento la raccolta di cibo non è una cosa richiesta perché non c’è la certezza che si possa andare a portarlo. Anche l’Anci vuole sposare la campagna del segretariato sociale della Rai del messaggio solidale di Croce Rossa, UNHCR e Unicef».
Anche la Caritas Italiana sconsiglia le raccolte di cibo e di medicinali…
«Abbiamo fatto una riunione oggi di coordinamento con le varie Caritas e in base alle richieste specifiche si è evidenziato il fatto che i medicinali da banco non sempre servono. Le Caritas presenti In Ucraina ci hanno detto di non inviare ne cibo ne medicinali se non su richieste specifiche di particolari farmaci per sale operatorie e ospedali che ci verrano comunicate da loro».
Cosa consigliate a chi vuole donare?
«L’invito alle persone e alle parrocchie è di coordinarsi con le diocesi per non fare donazioni in modo scoordinato che poi possano rivelarsi inutili. Noi ringraziamo sempre chi vuole donare anche delle cose se le Caritas locali possono immagazzinarle. Le parrocchie e le Caritas locali consiglieranno comunque come finalizzare al meglio gli aiuti».
Avete incontrato delle difficoltà in questi giorni?
«Al momento non abbiamo difficoltà. Anche il collega che si occupa di immigrazione ci ha detto che ci sono arrivi spontanei soprattutto nel nord Italia gestiti a livello locale. Una cosa che ci preme specificare è che diciamo a tutti di avvisare e di mettersi in contatto tempestivamente con le prefetture e gli enti locali prima di arrivare perché ci sono tutta una serie di attenzioni che vanno posti in essere al livello sanitario per la situazione della Pandemia. Prima dell’arrivo delle persone infatti è necessario allestire dei punti per fare i tamponi e le vaccinazioni per chi si vuole vaccinare. Ma sono tutte questioni che vanno viste in loco e nei singoli casi e sotto le indicazioni delle prefetture».
Gli aiuti umanitari dell’Unicef in Ucraina
Attualmente, 140 persone lavorano per l’Unicef in tutto l’Est Europa. Diversi team mobili per la protezione dell’infanzia supportati dal Fondo per l’infanzia delle Nazioni Unite stanno raggiungendo i bambini ovunque sia possibile, con assistenza psicosociale, sostegno alla salute mentale e servizi di protezione.
Le donne e le ragazze, specialmente quelle sfollate e che viaggiano da sole, sono particolarmente esposte, in particolare alla violenza di genere. Le disabilità aggiungono un ulteriore livello di vulnerabilità: ciò richiede che tutti gli interventi del programma Unicef rispondano ai bisogni di questa importante fetta di popolazione.
L’Unicef sta compiendo ogni sforzo per raggiungere i bambini e le famiglie in Ucraina con forniture salvavita. Sono già partiti i primi sei camion dalla Supply Division dell’Unicef a Copenaghen. I camion contengono migliaia di kit per l’acqua e i servizi igienico-sanitari e dignity kit per aiutare le famiglie vulnerabili in Ucraina ad accedere ad acqua sicura, sapone e prodotti per l’igiene mestruale.
I camion contengono anche dispositivi di protezione individuale (DPI), per proteggere gli operatori sanitari dal Covid-19 mentre rispondono ai bisogni sanitari di base di bambini e famiglie, così come forniture mediche disperatamente necessarie, tra cui medicine, kit di primo soccorso, kit ostetrici e attrezzature chirurgiche.
Il primo marzo, il team dell’Unicef Moldavia si è recato al valico di frontiera di Palanca, al confine tra la Moldavia e l’Ucraina, dove si trova il Centro temporaneo per i rifugiati, offrendo un primo lotto di aiuti umanitari ai rifugiati con bambini. L’Unicef ha consegnato quattro tonnellate di prodotti igienici di base, tra cui pannolini, disinfettanti e salviette.
L’Unicef necessita di 276 milioni di dollari per assistere in Ucraina 7,5 milioni di bambini con aiuti essenziali, tra cui acqua e servizi igienico-sanitari, vaccinazioni e assistenza medica, scuola e istruzione, supporto psico-sociale e sussidi d’emergenza in denaro. Per l’emergenza rifugiati nei paesi limitrofi, sono necessari 73 milioni di dollari da destinare ai bambini in fuga dalle violenze.
Come primo passo, in Moldavia, Polonia, Romania e Bielorussia, l’Unicef sta riattivando gli spazi sicuri «Blue Dot» che hanno fornito un supporto cruciale alle famiglie in transito durante la crisi dei rifugiati e dei migranti del 2015-2016. Questi spazi sono allestiti lungo le rotte dei principali flussi di popolazione, spesso in collaborazione con i comuni. I «Blue Dot» forniscono informazioni chiave alle famiglie in viaggio, spazi sicuri per madri e bambini e la capacità di identificare i bambini non accompagnati e separati e garantire la loro protezione.
Per aiutarli davvero
Ecco i link delle raccolta fondi a sostegno dell’emergenza Ucraina:
https://cri.it/emergenzaucraina/
https://www.caritas.it/
Qui le coordinate per donare tramite bonifico:
Beneficiario: Associazione della Croce Rossa Italiana ODV
Banca: Unicredit SPA, Agenzia Via Lata 4 – 00186 Roma
IBAN: IT93H0200803284000105889169
BIC SWIFT: UNCRITM1RNP
Causale: Emergenza Ucraina