Giornata Internazionale dell'Infermiere – Florence Nightingale, il vero volto della prima infermiera volontaria della CRI

Ama, Conforta, Lavora, Salva: l'impegno quotidiano delle infermiere da oltre 150 anni

 
Giornata Internazionale dell'Infermiere - Florence Nightingale, il vero volto della prima infermiera volontaria della CRI
 

Il 12 maggio 1820 nacque a Firenze Florence Nightingale, la ‘Signora della Lampada’, fondatrice delle Scienze infermieristiche moderne. Dal 1992, l’International Council of Nurses, che rappresenta più di 13 milioni di infermieri nel mondo, ricorda questa data celebrando in tutto il mondo la Giornata internazionale dell’Infermiere.

Non tutti sanno che la storia personale di Florence Nightingale è legata alla nascita della Croce Rossa Internazionale. Infatti, Henry Dunant, padre fondatore della Croce Rossa, per la creazione del corpo speciale si ispirò proprio al servizio di infermiere volontarie che la Nightingale organizzò durante la Guerra di Crimea.

La Crimea è proprio il luogo dove ha origine la leggenda della “madre di tutte le infermiere”. Si narra che, durante il suo servizio, Florence trovò un giorno diecimila soldati in condizioni disumane. Igiene inesistente, sovraffollamento, altissimo pericolo di contagio, scarichi fognari a vista, nessun ricambio d’aria, nuove infezioni ogni giorno, alimentazione insufficiente e, ovviamente, personale medico in numero assolutamente inadeguato.

Tra lo scetticismo degli alti gradi militari, le 38 volontarie venute dalla lontana Inghilterra si diedero immediatamente da fare. In quel girone dantesco, che lei stessa descrisse come “Regno dell’Inferno”, Florence si aggirava anche di notte, armata di una lampada e di infinita buona volontà, per confortare, assistere, incoraggiare, dare speranza.

Da qui il nome di “Signora della Lampada”, l’angelo che anche di notte veglia e assiste. Così si raccontava di Florence sul Times: “Quando tutti andavano a dormire, la si vedeva da sola con una piccola lampada in mano, aggirarsi nella notte tra i malati“.

Il lavoro della Nightingale non si limitò, però, alla cura delle ferite. Si occupò anche di aiutare i feriti a spedire pacchi e lettere a casa, creò una sorta di sala lettura per i degenti, aiutò perfino economicamente i ricoverati.

La sua fama in patria crebbe a dismisura e al suo ritorno, dopo essersi ammalata di brucellosi, Florence scrisse una raccolta di appunti, Notes on Nursing, pubblicata nel 1859 a Londra e tradotto poi in ben 11 lingue. Nel suo libro, Florence mostrava come l’ambiente fosse un fattore determinante nello sviluppo delle malattie. Per una vita sana, l’ambiente in cui si vive o lavora deve essere salubre: aria pulita, acqua pura, sistema fognario efficiente, pulizia, luce, ma anche silenzio, calore e dieta.

L’anno seguente, instancabile, Florence aprì una scuola di addestramento per infermiere, la Training School of Nursing (oggi The Florence Nightingale School of Nursing and Midwifery del King’s College), dando così lustro alla professione infermieristica, fino ad allora ritenuta di secondo ordine. Fu la prima scuola sull’assistenza infermieristica e, per la prima volta, alle infermiere è riconosciuta una professionalità diversa da quella medica, ma altrettanto indispensabile. Nel giro di qualche anno gli ospedali di tutti i continenti avrebbero chiesto alle infermiere Nightingale l’apertura di nuove scuole.

Nel 1883 la regina Vittoria conferisce a Miss Nightingale la Croce Rossa Reale. Ritiratasi in privato, continuò a scrivere sulle condizioni igieniche durante le guerre e cercò sempre nuovi modo per ridurre la mortalità dei feriti di guerra dovuta a scarse condizioni igieniche.

Il modo di costruire gli ospedali, di organizzare i reparti di ostetricia, di gestire le caserme era cambiato grazie a lei ed al suo amore per il ragionamento. Si interessò al lavoro di Croce Rossa sino alla morte, il 13 agosto del 1910.

Ancora oggi, a oltre un secolo dalla scomparsa di Florence Nightingale, viene celebrata la Cerimonia della Lampada. La lampada rappresenta il sacrificio, l’abnegazione e lo spirito di servizio, principi che legano nel passaggio simbolico della “Luce” le Infermiere Volontarie CRI alle neo diplomate. Una tradizione lunga oltre 100 anni, durante i quali è rimasto immutato il l’impegno quotidiano delle infermiere per coloro che necessitano di cure fisiche e psicologiche, secondo il motto “Ama, Conforta, Lavora, Salva”.

 
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Le “Crocerossine”, come abitualmente vengono chiamate dai militari ed affettuosamente dai cittadini, sono Ausiliare delle Forze Armate e fanno parte di diritto del personale mobilitato dalla Protezione Civile.

Grazie a giornate come queste, cresce la consapevolezza di ciascun membro dell’area sanitaria, anche e soprattutto degli infermieri che, continuano anche oggi a rispondere all’appello, portando aiuto nelle zone di guerra e morendo ancora sotto le bombe per salvare vite. Vite come quelle che in tanti cercano di salvare ogni giorno nelle corsie degli ospedali di tutto il mondo.

 

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