I primi ricongiungimenti familiari per gli RFL CRI di Catania

 
I primi ricongiungimenti familiari per gli RFL CRI di Catania

Allo sbarco del 2 novembre a Catania, erano più di duecentocinquanta i migranti scesi in porto. E tra di loro c’era un bimbo, piccolo davvero piccolo, nato appena due giorni prima, alle otto di un mattino che sicuramente i suoi genitori ricorderanno per tutta la vita.

È la madre a scendere per prima. Giovanissima, fiera. Rimaniamo tutti stupiti dalla sua forza, dalla sua capacità di reggersi in piedi, nonostante il viaggio estenuante e il parto. Insieme al bambino, viene immediatamente trasportata in ospedale per l’assistenza e gli opportuni controlli sanitari. Il padre e il loro secondo figlio restano sul molo, impazienti di rivederli e preoccupati perché la donna parla soltanto l’arabo.

Intanto, si decide che i migranti sbarcati sarebbero stati indirizzati verso altre città d’Italia, perché da giorni le strutture d’accoglienza di Catania sono al collasso. I migranti cominciano a salire sui pullman. Da li a poco, sarebbero andati via.

Ma questo significava anche che una famiglia sarebbe stata smembrata. Madre e piccolo appena nato, in ospedale a Catania, l’altro figlio e il padre lontani in un’altra città, in un altro centro d’accoglienza.

Gli operatori RFL di Catania, presenti sul molo, comprendono immediatamente la situazione. Raggiungono il marito, in attesa di ricevere notizie insieme all’altro figlio, per tranquillizzarlo sulle condizioni di salute della moglie e del piccolino. Ma egli è impaziente di raggiungerli in ospedale, di poter ricongiungere il loro nucleo familiare, di potersi riabbracciare tutti insieme.

È necessario cercare una rapida soluzione, nel giro di pochi minuti. Il trasferimento sta per iniziare, i pullman stanno per partire. Si coinvolge e sensibilizza il Comune di Catania, e finalmente si riesce a trovare una Casa d’Accoglienza, pronta ad ospitarli.

Gli RFL spiegano al giovane papà quello che sta accadendo. Lo rassicurano sulla possibilità concreta che presto potrà rivedere la moglie e il piccolo figlio appena nato, che presto potranno ricongiungere il loro nucleo familiare.

Confermata la collocazione della famiglia in una delle Case d’Accoglienza della Città, padre e figlio vengono accompagnati in ospedale, dove incontrano la giovane moglie e madre, provata ma in buone condizioni di salute, e felice alla vista del marito e dell’altro figlioletto. Il piccolo è al sicuro, in osservazione, dentro un’incubatrice.

Ma la storia ha un seguito.

In queste ultime ore, siamo venuti a conoscenza che la famiglia dei migranti è stata nuovamente separata. Il piccolo nato non può lasciare l’ospedale a causa del suo mancato riconoscimento, per l’assenza di un certificato di nascita. E di fatto, la famiglia non è in condizioni di ricongiungersi.

La CRI di Catania è stata nuovamente chiamata a supporto. E con i proprio operatori RFL sta continuando l’azione umanitaria, iniziata sul molo, per ottenere, non solo il mantenimento dei contatti tra i membri della famiglia migrante, evitandone di fatto la separazione, ma il ricongiungimento legale, attraverso un costante supporto consulenziale, e la cooperazione e il coordinamento tra i diversi attori coinvolti nell’evento.

È trascorso appena un mese dall’attivazione dell’Ufficio RFL, in seno al Comitato Provinciale CRI di Catania. E oltre al caso che abbiamo appena raccontato, gli operatori RFL hanno seguito e coordinato altri due ricongiungimenti familiari. Una bimba migrante con una sospetta malattia esantematica, ricoverata in ospedale, per la quale si è curato il ricongiungimento con i genitori e il caso di un’anziana migrante che, trasportata in ospedale per un prelievo di sangue, era rimasta separata dalla famiglia. La donna, grazie ad un nostro equipaggio CRI, è stata accompagnata in ambulanza fino alla Città di Messina, dove era attesa dagli altri parenti, con i quali era sbarcata in porto a Catania.

(tatto da http://cricatania.it/i-primi-ricongiungimenti-familiari-per-gli-rfl-di-cri-catania/)

 
 

 

 
 
 
 
Copy link
Powered by Social Snap