Dire, fare, donare. La cultura del dono come percezione e prospettive di coscienza civica.

Sabato 16 Novembre nell’Auditorium Terzani della Biblioteca San Giorgio di Pistoia, sono stati resi noti i risultati di una ricerca il cui scopo era quello di comprendere le motivazioni che hanno provocato la cosiddetta “crisi delle vocazioni al dono” – laddove “dono” è inteso come bene relazionale. Tra le associazioni partner del progetto anche la Croce Rossa Italiana, Comitato di Pistoia, insieme a Cesvot, Unicef, Misericordia, Avis e altre. Nella mattinata si sono alternati gli interventi dei rappresentanti delle diverse associazioni; presenti  anche alcuni ragazzi e ragazze dell’Istituto Forteguerri che hanno riportato la propria esperienza condotta in collaborazione con Cesvot.

Gli interventi della mattinata hanno evidenziato che il punto nodale del problema è sicuramente la comunicazione, ovvero il modo in cui le associazioni di volontariato riescono a farsi conoscere dal pubblico.  La capacità di comunicare efficacemente non solo le loro attività, ma anche i valori e gli obiettivi che le guidano, è fondamentale per attirare nuove risorse, sia in termini di volontari che di donazioni e per instaurare un legame di fiducia con la comunità.

Le strategie di comunicazione devono quindi essere chiare, coinvolgenti e ben mirate, utilizzando i canali più adeguati per raggiungere i diversi target.

Parlare  ai giovani in modo efficace significa conoscere i loro canali, codici e linguaggi ed è dunque necessario abbandonare il vecchio stile comunicativo, per crearne uno nuovo che riesca a raggiungerli. Per coinvolgerli diventa quindi fondamentale instaurare un dialogo autentico e mantenere un contatto diretto, creando opportunità di confronto e ascolto reciproco. Questo approccio consente di costruire insieme percorsi innovativi, evitando di proporre soluzioni preconfezionate o schemi rigidi.

Renderli partecipi del processo decisionale e progettuale non solo aumenta la motivazione ma favorisce anche un senso di appartenenza e responsabilità verso il progetto comune. Questo tipo di collaborazione può contribuire a generare iniziative più efficaci e maggiormente radicate nella realtà giovanile.

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