Sanità, nuovi codici al Pronto soccorso: cinque numeri al posto dei colori

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Cinque codici numerici (ai quali si possono accostare i “classici” colori) per identificare la gravità del paziente, tempi certi di attesa, gestione del cronico sovraffollamento. Nell’accordo Stato-Regioni raggiunto ieri, è contenuta una riforma del Pronto soccorso, che recepisce tre parti: le linee di indirizzo nazionali sul triage intraospedaliero, sull’osservazione breve intensiva e sulla gestione del sovraffollamento. Ecco nel dettaglio cosa prevedono i documenti.

Gli obiettivi, scrive il ministero della Salute nel documento, sono quelli di realizzare l’effettiva presa in carico della persona e degli accompagnatori dal momento in cui si rivolgono al Pronto soccorso; assicurare la valutazione professionale da parte di un infermiere specificatamente formato; garantire l’assegnazione del codice di priorità attraverso la considerazione dei bisogni di salute dell’assistito, delle sue necessità di cura e del possibile rischio evolutivo. Utilizzare un sistema codificato di livelli di priorità d’accesso alle cure; disporre di un sistema documentale adeguato e informatizzato.

Il triage si divide in 4 fasi:

Valutazione immediata: rapida osservazione dell’aspetto generale della persona con l’obiettivo di individuare i soggetti con problemi assistenziali che necessitano un intervento immediato.

Valutazione soggettiva
: effettuata attraverso l’intervista.

Valutazione oggettiva: effettuata mediante la rilevazione dei segni clinici, dei parametri vitali e l’analisi della documentazione clinica disponibile.

Decisione di triage: assegnazione del codice di priorità, attuazione dei necessari provvedimenti assistenziali ed eventuale attivazione di percorsi diagnostico-terapeutici.

I cinque nuovi codici sono la novità più rilevante: si passa dai codici colore (rosso, giallo, verde e bianco) ai codici numerici (1, 2, 3, 4 e 5), introducendo il quinto codice (in realtà già presente in numerose realtà italiane). Per ciascuno dei 5 codici sono stati inoltre definiti i tempi massimi di attesa: codice 1 Emergenza, ingresso immediato. Codice 2 urgenza, attesa massima 15 minuti. Codice 3 urgenza differibile, attesa 60 minuti. Codice 4 urgenza minore 120 minuti. Codice 5 non urgenza 240 minuti.

Una volta delineati i tempi di attesa e di rivalutazione del paziente, il documento prosegue delineando l’organizzazione dei flussi di trattamento; in particolare, rilevante importanza viene data ai percorsi rapidi di See and Treat e di Fast Track, richiedendo inoltre che vengano sviluppati appositi percorsi per le patologie tempo-dipendenti (sindrome coronarica acuta, stroke e trauma grave) e per le condizioni particolari quali fragilità e vulnerabilità.

Ma il nuovo sistema è accolto con non poche perplessità da Francesco Rocco Pugliese, presidente della Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu): “Non credo che ci sarà una riduzione dei tempi di attesa, perché il vero problema è che nei Pronto soccorso italiani mancano all’appello 2.000 medici ed è il medico che deve visitare i pazienti. Con un numero così esiguo di medici è impossibile rispettare i tempi massimi di attesa previsti per l’accesso ai Pronto soccorso“. Critico anche il Codacons, per cui “i nuovi codici sono una presa in giro per gli utenti e di sicuro non risolveranno i problemi”.

Articolo ripreso dal sito: www.repubblica.it

 
 

 

 
 
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