Dottor Clown: due nuovi operatori
Angela e Mauro, ora “in arte” Diavolina e Polpettone, sono i due giovani di Bolzano che hanno potuto prendere parte al corso Dottor Clown svoltosi a Marco di Rovereto (TN).
“Sulle attività svolte al corso, la tradizione vuole che si celi il mistero ed in quanto tale vogliamo rispettare la tradizione di non svelare nulla!! Sono stati giornate molto intense e che ci hanno dato carica e molto ma molta soddisfazione!” questo è il commento dei ragazzi appena tornati.
Al termine del corso teorico, se così si può chiamare, i ragazzi saranno tenuti a svolgere un tirocinio pratico in varie strutture come ad esempio case di riposo, ospedali, lungodegenti o attività di piazza ed un esame finale che si terrà nella prossima primavera.
Con questo corso i ragazzi diventeranno operatori del sorriso e cercheranno di diffondere la terapia del sorriso: terapia che dona tanta serenità e un momento di svago a chi purtroppo è in una condizione nella quale il sorriso viene dimenticato.
“Consigliamo vivamente a tutti di poter un giorno intraprendere il cammino che abbiamo appena iniziato noi… perché grazie a questo corso il mondo ha assunto un aspetto migliore!!”
CHI SONO I CLOWN DI CORSIA
Tratto da www.critrentino.it
Forse non tutti sanno chi è il Clown di Corsia: questa figura nasce in America sull’esempio del medico Hunter “Patch” Adams.
Egli sostiene la teoria, avvalorata negli anni da numerose ricerche e sperimentazioni, che in una persona malata (e in particolare ospedalizzata), esiste, accanto ad una sofferenza di tipo fisico, una sofferenza più profonda, psicologica, che si manifesta in forma di tristezza, paura, solitudine.
Questa sofferenza non impedisce di per sé la guarigione, ma tende a renderla più lunga e difficoltosa, e amplifica la percezione del dolore fisico. Ed è proprio l’attenuazione di questo tipo di sofferenza il fine della clownterapia e, in senso più ampio, della comicoterapia, una forma di medicina alternativa di cui essa fa parte accanto ad altre discipline quali la musicoterapia e simili.
Come dicevano i nostri avi, “il riso fa buon sangue”, ed è proprio questo il principio su cui si basano tali discipline. Ma non è solo un detto popolare, è il frutto di attente ricerche scientifiche che hanno studiato la comicoterapia e gli esiti della sua applicazione nelle case di cura.
In particolare si è osservato che il sorriso ha molteplici risultati sul paziente; accanto al più noto effetto psicologico di distrarre la persona dalle proprie sofferenze, il sorriso ha un’azione positiva anche da un punto di vista strettamente biologico: innanzitutto il ridere è considerato un esercizio muscolare e respiratorio, e in secondo luogo è un efficace metodo per stimolare la produzione di endorfine che servono ad abbassare la percezione del dolore e ad aumentare le difese immunitarie.
I Clown di Corsia non sono da confondere con i clown di animazione, ad esempio quelli del circo. Per un clown di animazione lo scopo è quello di mettere in mostra le proprie tecniche di clownerie al fine di ottenere dal pubblico applausi e ammirazione, mentre per il Clown di Corsia, spesso meno dotato e preparato, queste tecniche non sono un fine ma un mezzo, per potersi mettere in relazione con il malato, raggiungere con esso un livello di empatia e fargli provare la sensazione che qualcuno si interessa di lui.
Ma dove possiamo incontrare un Clown di Corsia?
Tra le varie associazioni che svolgono questo tipo di attività, anche la Croce Rossa Italiana conta numerosi volontari che si aggirano per le stanze degli ospedali, armati dell’immancabile naso rosso, con i loro camici dipinti, le calze spaiate, e i colorati pantaloni extra-large e improvvisano gags, azzardano magie, regalano un palloncino ai pazienti che visitano, siano essi bambini, adulti o anziani.
Oltre all’ambito ospedaliero, i Clown di Corsia possono operare in altri settori come case di riposo, scuole, in strada e si sono fatti alcuni primi tentativi per sfruttare il loro intervento anche nelle maxi-emergenze.