“Oggi celebriamo, con la firma della Prima Convenzione di Ginevra, la nascita dell’umanitarismo moderno. Data che segna una vera e propria rivoluzione – sottolinea Francesco Rocca, Presidente della Croce Rossa Italiana e della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa – nata sui campi di battaglia di Solferino grazie all’esempio delle straordinarie Donne di Castiglione, fonte di ispirazione per Henry Dunant la cui azione porterà alla firma, il 22 agosto del 1864, della prima ‘Convenzione di Ginevra per il miglioramento delle condizioni dei feriti delle forze armate in campagna’. Il testo getta le basi del diritto internazionale umanitario contemporaneo (DIU), stabilendo regole universali. La storia ci insegna e ci fa da guida e vale la pena imparare dal passato: in tutto il mondo, infatti, le crisi umanitarie aumentano di numero, divenendo sempre più complesse e protratte. Assistiamo ancora a tanti scenari e contesti, lontani ma anche molto vicini, in cui le violazioni del DIU continuano a rappresentare uno dei problemi più gravi per la protezione dei civili e per quella degli operatori umanitari e del personale medico”.
 
Un documento rivoluzionario

“Il documento, testo capitale per la nostra azione umanitaria e dalla portata rivoluzionaria – spiega il Vicepresidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro – forse ancora oggi è sottovalutato. È perciò importante, una volta di più, ribadire le novità contenute in esso: garantisce neutralità e protezione alle ambulanze e agli ospedali militari, al personale delle équipe sanitarie e al materiale utilizzato, a prescindere dagli schieramenti; estende la protezione anche alla popolazione civile che si adoperi per i soccorsi ai feriti; adotta la croce rossa su sfondo bianco quale simbolo di protezione e neutralità; riconosce a livello internazionale l’emblema, privo di significato religioso”.

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