Siglato un accordo tra CRI Foggia e Università di Foggia

Il Prorettore Prof. G. Carrieri e il Presidente CRI Puglia Prof.ssa S. Fizzarotti Selvaggi
Il Prorettore Prof. G. Carrieri e il Presidente CRI Puglia Prof.ssa S. Fizzarotti Selvaggi

E’ stato sottoscritto martedì 9 Aprile nella Sala Turtur degli Ospedali di Foggia un accordo quadro tra l’Università di Foggia, Facoltà di Medicina e il Comitato Provinciale di Foggia della Croce Rossa Italiana, rientrante nell’ambito delle iniziative intraprese dalla CRI, a livello nazionale e locale, con il progetto Praesidium VIII. Un accordo storico a testimonianza dei nuovi orientamenti della Croce Rossa Italiana in vista della “privatizzazione” che avverrà nel 2014.
L’accordo è stato siglato nel corso di un Seminario dal titolo “Le radici di una scelta“, al quale hanno partecipato il Prorettore dell’Università Prof. Giuseppe Carrierri, il Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Foggia Prof. Matteo Di Biase, il Presidente Regionale CRI Puglia Prof.ssa Santa Fizzarotti Selvaggi, che aveva proposto al Prorettore una ipotesi di collaborazione al fine di “stabilire rapporti istituzionali per nuovi e sempre più entusiasmanti percorsi formativi”, il Presidente del Comitato Provinciale CRI di Foggia Avv. Raffaele Pio Di Sabato.
Il progetto prevede la condivisione di una clinica mobile per l’assistenza medico-sanitaria gratuita ai migranti stagionali che sono privi di qualsiasi assistenza. Una clinica già operativa, che avrà l’apporto dei medici specializzandi dell’Università.
“Si tratta – ha spiegato il Professor Carrieri – di una legittima estensione dell’azione di assistenza ai migranti.”
Il Presidente Regionale Prof.ssa Santa Fizzarotti Selvaggi, dopo aver salutato il Presidente Provinciale CRI Avv. Raffaele Di Sabato, tutti i Volontari, i convenuti tra i quali l’Ispettrice Regionale II.VV S.lla Eleonora Attimonelli, S.lla Renata Fulchino delegata regionale dell’area IV e i Volontari delegati regionali sig.ra Grazia Andidero (area II), Dott. Davide Savino (area I), Dott. Vincenzo Sportelli (area VI), il Coordinatore responsabile CisCRI Avv. Nicola Lobosco e la Prof.ssa Angela Brescia, parte integrante dello staff di Presidenza con funzione di segretaria verbalizzante, ha ringraziato l’Università di Foggia nella persona del Prorettore nonché il Preside della Facoltà di Medicina.
Prima di esporre il suo intervento su “La relazione d’aiuto e le riflessione sul Principio di Umanità tra Scienza e Coscienza“, nell’ambito di una riflessione istituzionale, la Prof.ssa Fizzarotti Selvaggi ha affermato che “l’idea di Croce Rossa origina nello sviluppo stesso della storia della coscienza. Vale a dire di quella cultura “umanistica” propria del prendersi cura dell’Altro, del “farsi carico dell’Altro“. Non a caso Ferdinando Palasciano – di origine pugliese in linea paterna – che concepì per primo l’idea di quello che sarebbe divenuto il principio di Neutralità, era un medico-chirurgo. Si sa bene che la Scienza Medica è umanistica nelle sue radici e contempla il senso dell’accudimento genitoriale della persona. Un principio, quello di Neutralità, inevitabilmente sotteso da quello di Umanità che appartiene a tutti e in modo particolare a coloro che si occupano della salvaguardia della vita e della salute della Persona come tale.”

 
 
Firma dell'accordo
Firma dell’accordo

La Prof.ssa Fizzarotti Selvaggi ha inoltre sottolineato che “il Principio di Umanità pone davvero la sfida del coinvolgimento del Volontario che si mette in gioco in prima persona dinanzi alle difficoltà, innanzitutto emotive, che l’incontro con l’Altro, la sofferenza, il dolore in ogni modo determinano. Di qui la necessità di una formazione adeguata del Volontario nei vari campi di intervento: dal primo soccorso, all’asistenza dei pazienti in strutture sanitarie, ai soggetti diversamente abili, alle persone in stato di diffcoltà e disagio e così via. In tal senso la Croce Rossa può essere intesa quale palestra del libero pensiero e di vita democratica, germinazione di una società diversa alla luce di quei Principi che garantiscono diritto di cittadinanza a ciascuna persona.
Di qui la necessità di una permanente riflessione sul senso dei Sette Principi che si incarnano nei Volontari nel contesto di un tempo storico che pone nuove problematiche. In tale dimensione si crede fortemente nella necessità di rendere estremamente partecipi della trasformazione / cambiamento della CRI al servizio della società e dei Vulnerabili e Vulnerati le giovani generazioni, forire di nuove istanze e proposizione all’interno di un’ottica transgenerazionale che non escluda nessuno, poiché ciascun Volontario/a è parte essenziale e preziosa dell’Associazione, ineludibile portatore di esperienze, specificità, motivazioni, entusiasmi che costituiscono la linea di continuità lungo la quale la storia si sviluppa.
In tale prospettiva, e dunque nel rispetto, appunto, delle molteplici linee della storia, si ritine indispensabile la considerazione delle matrici fondative dell’idea della CRI le cui radici sono da ravvisare non solo nella cultura umanistica “stricto sensu” – ci si riferisce all’esempio del medico Palasciano – ma nella testimonianza del femminile come tale che a Solferino facilitò nella mente di Dunant la nascita del sogno di una Associazione in grado di sospendere ogni giudizio, divenendo ponte tra civiltà e popoli diversi, “terza terra” in cui “l’humus”, diviene generosità e generatività per un mondo migliore in cui si possa dar vita ad un Uomo Nuovo.
La diffusione del Diritto Internazionale Umanitario e la consapevolezza della cultura solidaristica e responsabile del dono di sé all’Altro da sé, sconosciuto ed estraneo e pertanto all’interno di una relazione asimmetrica divengono pietre fondanti ed un’epoca di avvento, in cui vi sia il determinismo progettuale del futuro, ma l’accadere trasformativo della storia.
L’accordo con l’Università di Foggia – ha continuato il Presidente Regionale – facilita il coordinamento delle varie realtà e finanche l’istituzione di centri di studio e ricerche sì che la Croce rossa sia non solo quel corpo intermedio capace di garantire i diritti inalienabili dell’essere umano e di essere custode della vita e della salute, ma anche di tutelare un patrimonio storico-culturale al servizio di altri Enti e della collettività per un continuo approfondimento delle varie esigenze e priorità del nostro tempo.
Tutte le azioni ed interazioni devono poter essere finalizzate all’effettivo cambiamento di una cultura, intesa quale patrimonio, insieme e “summa” delle espressioni ed esperienze umane, con quella opportuna flessibilità ineludibile per qualsiasi istituzione che intenda rispondere alle istanze sempre più pressanti della società, sì che il sogno possa divenire realtà.”

 
 
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