Riceviamo e pubblichiamo un articolo del volontario CRI Erwin Kob sulla tanto discussa riforma della Croce Rossa Italiana.
“…Il decreto di riforma della Croce Rossa Italiana è atteso da decenni, dopo anni di commissariamento. Questa riforma è sollecitata da tanti anni, in particolare dal Comitato Internazionale di Ginevra, il cui compito è proprio quello di verificare che le diverse Società Nazionali rispecchino gli obblighi statutari. Attualmente, la CRI è, di fatto, l’unica Società Nazionale della Croce Rossa del mondo occidentale ad essere un ente pubblico. In tutta Europa le diverse Società consorelle sono associazioni private, senza che per questo il servizio ne abbia mai risentito, tutt’altro…
…Capisco d’altronde la preoccupazione degli amici dipendenti; in un periodo di crisi vi è sempre il timore di perdere il proprio lavoro. Ma, leggendo il decreto, è evidente che vi sarà la possibilità di optare se essere trasferiti in un altro ente pubblico o se continuare a lavorare per la Croce Rossa, con un contratto però di tipo privato. Difficilmente qualcuno rimarrà fuori, anche perché il ruolo del personale dipendente ha una sua estrema importanza, considerando la delicatezza dell’attività della CRI…”